Densitometria Ossea - Moc
Osteoporosi

L'osteoporosi è spesso definita come “malattia silenziosa”, in quanto i primi sintomi si manifestano quando ormai le ossa sono molto fragili. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, che induce un’aumentata fragilità, con un conseguente aumento del rischio di frattura. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 1994, ha definito i seguenti criteri diagnostici:
Normalità: Densità minerale ossea (BMD) entro 1 DS (Deviazione Standard) al di sotto del valore medio di picco di massa ossea nel giovane adulto.
Osteopenia: BMD compreso tra - 1 e - 2.5 DS Osteoporosi: valore di BMD al di sotto di 2.5 deviazioni standard (DS)
Osteoporosi severa: BMD al di sotto di 2.5 DS in presenza di una o più fratture da fragilità.
Questi criteri si applicano alle donne in menopausa e sono stati definiti utilizzando i dati provenienti dalle misurazioni della densità ossea effettuate con la tecnica DXA (dual X-ray absorptiometry). Considerando come cut-off il valore di -2.5 DS di massa ossea, si calcola che almeno il 30% delle donne caucasiche in postmenopausa sia affetto da osteoporosi a rischio di frattura. Al momento la misurazione della massa ossea costituisce la base per la diagnosi di osteoporosi. La relazione tra massa ossea e rischio di frattura è inversa e continua . Il rischio di fratture di femore aumenta di 2,6 volte per ogni riduzione di 1 SD (deviazione standard) della densità minerale ossea (BMD, bone mineral density) del femore.
Un’anamnesi positiva per un qualsiasi tipo di frattura da fragilità (causata da trauma minimo) si associa ad un aumentato rischio di nuove fratture, come documentato da numerosi studi clinici presenti in letteratura medica.
Tale rischio è da 1.5 a 9.5 volte maggiore rispetto ai soggetti che non hanno mai presentato fratture ed è dipendente dall’età di insorgenza, dal numero e dalla localizzazione delle pregresse fratture. Numerosi farmaci possono interferire con il normale processo di rimodellamento osseo:
- corticosteroidi sistemici. L’utilizzo di corticosteroidi per uso sistemico e per un periodo maggiore di 2-3 mesi rappresenta uno dei principali fattori di rischio per la perdita di massa ossea e per l’insorgenza di fratture, in modo particolare nelle donne in menopausa e negli uomini di età superiore ai 50 anni;
- antiepilettici. L’assunzione cronica di questi farmaci comporta una riduzione della densità minerale ossea ed un aumento del rischio di fratture di circa il 34% rispetto alla popolazione di controllo. La maggior parte dei farmaci antiepilettici agisce in modo indiretto sul metabolismo minerale interferendo con il metabolismo della vitamina D;
- anticoagulanti (eparina). La terapia cronica con dosi elevate di eparina, maggiori di 15.000 U/die, per più di tre mesi, è associata ad osteoporosi; l’effetto sembra essere correlato più alla dose che alla durata del trattamento ed appare reversibile alla sospensione del farmaco. La patogenesi è multifattoriale;
- immunosoppressori. I primi dati relativi alla presenza di osteoporosi in corso di trattamento con tale classe di farmaco riguardano bambini affetti da neoplasie. I primi segni di osteopenia si instaurano tra i 6 e i 15 mesi dopo l’inizio della terapia e risultano essere dipendenti dal dosaggio e dalla durata del trattamento.
- antiretrovirali. Nei pazienti portatori di HIV molti studi hanno messo in evidenza una riduzione della densità ossea indipendente da sesso ed età;
- sali di litio. I sali di litio sono comunemente usati nella profilassi e nel trattamento dei disturbi bipolari. Sin dal 1973 sono stati descritti casi di iperparatiroidismo e di ipercalcemia associati all’utilizzo cronico di questi farmaci;
- agonisti del GnRH. Gli agonisti del GnRH trovano impiego nel trattamento del carcinoma della prostata e di patologie ginecologiche quali l’endometriosi, fibromi,ecc. Nella donna i GnRH-agonisti riducono la produzione di estrogeni da parte dell’ovaio configurando uno stato di pseudomenopausa o ipoestrogenico. Il meccanismo patogenetico responsabile della perdita di massa ossea va ricercato nella perdita dell’azione inibitoria esplicata dagli estrogeni a livello dell’IL-6 da parte dei precursori osteoblastici. L’aumento dei livelli di IL-6 promuove la produzione di progenitori degli osteoclasti portando ad un aumento dei processi di riassobimento osseo.
Una tecnologia non invasiva che monitora il rischio di osteoporosi è la densitometria ossea ad ultrasuoni, che viene effettuata sul calcagno. Come funziona un esame ad ultrasuoni del calcagno?
L’ultrasonometro genera ultrasuoni che attraversano il tallone. Tale test si effettua sul calcagno perché la struttura dell’osso è simile dal punto di vista biomeccanico a quella del femore e delle vertebre, le sedi più soggette a frattura nei casi di osteoporosi . L’ultrasuono viene rallentato nella sua corsa se attraversa l’aria, quindi, durante questo esame, dell’acqua tiepida riempie le membrane a contatto con il calcagno per far sì che gli ultrasuoni non subiscano interferenze . Sul calcagno viene spruzzato dell’alcool per permettere la migliore conduzione degli ultrasuoni.
- Cosa deve fare il paziente durante l’esame?
Per effettuare l’esame occorre che il piede sia nudo. Quindi si richiede cortesemente di togliere il calzino, la calza o il collant. La misura ha una durata di circa 10 secondi e per non comprometterne il risultato, il paziente dovrebbe cercare di rimanere il più possibile immobile senza parlare.
Questo esame ad ultrasuoni può essere dannoso?
Gli esami ad ultrasometria sono sicuri.
Gli ultrasuoni vengono impiegati in medicina anche per visualizzare gli organi interni, persino in donne in gravidanza;
la quantità di energia impiegata dagli ultrasuoni in questi casi è considerata assolutamente innocua per l’essere umano
, pur essendo di gran lunga superiore all’energia utilizzata nell’esame ad ultrasuoni del tallone.
Attenzione: Non si consiglia di sottoporsi all’esame ad ultrasuoni sul calcagno se sono presenti ferite su questa zone o sulla pianta del piede.
Si prega dunque di informare l’operatore per prevenire la trasmissione di infezioni.
- Soggetti a rischio
Il più importante fattore di rischio è l’età. Le donne sono più a rischio degli uomini perché tendono ad avere una struttura ossea più piccola e minuta. Un altro importante fattore che incide sulla fragilità delle ossa delle donne è la menopausa. Dopo la menopausa, le donne producono una quantità inferiore di ormoni, in particolare estrogeni, che di solito proteggono dalla perdita di massa ossea.
Perché è importante sottoporsi alla diagnostica M.O.C. ad ultrasuoni
L’esame ad ultrasuoni del calcagno fornisce informazioni sul proprio rischio di frattura.
Anche se l’esame evidenzia un rischio di osteoporosi, questo non significa che si presenterà una frattura ossea. L’esito positivo indica perciò che il rischio di fratture esiste ed è maggiore di quello che corre una persona sana.
I risultati del test, associato ad altri esami, permettono al proprio medico di avere un quadro clinico complessivo dello stato osseo del paziente e di poter suggerire la terapia più opportuna per prevenire l’osteoporosi.
- Validazione clinica
È importante che l’esame venga effettuato con attrezzature di riconosciuta validazione clinica. E' necessario infatti conoscere il valore di T-score, cioè il discostamento dai valori di normalità del Picco di massa ossea, che rappresenta il valore massimo di densità minerale che si raggiunge a fine accrescimento (intorno ai 30 anni).
Ora la farmacia dei servizi svolge un ruolo preventivo di tutela della salute, promuove stili di vita virtuosi
ed è centro di educazione sanitaria
attraverso un’offerta strutturata di screening diagnostici
ad alto impatto sociale
.
Un’ attività non a carico del Servizio Sanitario Nazionale , che può essere svolta dalla farmacia all’interno del proprio spazio di libera professione , nel rispetto della corretta gestione delle attività diagnostiche e sotto la propria responsabilità con spazi adeguati, attrezzature certificate e validate scientificamente, che siano idoneamente utilizzate e manutenute da personale professionalmente riconosciuto, adeguatamente formato e certificato all’uso.
Tra le aree di intervento troviamo sicuramente la prevenzione dell’osteoporosi; la Farmacia Hallgass mette a disposizione uno spazio riservato e confortevole proprio per poter consentire tale attività di screening. Per qualsiasi informazione siamo sempre lieti di aggiornarvi.
dott.ssa Pasqualina Bonaddio
FARMACIA HALLGASS









