Acido Ialuronico

L'acido ialuronico è un componente della sostanza fondamentale
del derma
: si tratta di un
glicosaminoglicano, ovvero una molecola formata da lunghe catene non ramificate
di unitàì disaccaridiche
,
le quali legandosi a moltissime molecole d' acqua
, conferiscono idratazione
, elasticità e
morbidezza ai tessuti, proteggendoli nel contempo da sollecitazioni eccessive.
La concentrazione di acido ialuronico nel tessuto connettivo
della pelle si
riduce gradualmente man mano che l' età
avanza: per questa ragione, una pelle matura appare meno
elastica e meno idratata rispetto alle pelli giovani. Pur essendo un fenomeno
del tutto fisiologico e naturale, molte donne desiderano contrastare
l'inesorabile avanzamento dell'età, dunque prevenire rughe ed altri inestetismi
della pelle. L'obiettivo è risultare (almeno in apparenza) molto più giovani e
nulla meglio del filler all'acido ialuronico sembra poter soddisfare questo
desiderio. I fillers
all' acido ialuronico
vengono iniettati sottopelle attraverso apposite siringhe:
le iniezioni vengono normalmente
eseguite in regime ambulatoriale.
La vasta disponibilità sul mercato di filler formulati con acido ialuronico a
concentrazioni differenti ha permesso di intervenire su svariati fronti e
soddisfare molteplici richieste estetiche, spaziando dalla correzione delle
piccole rughe d'espressione all'aumento volumetrico di labbra e seno.
Il filler all'acido ialuronico trova indicazione nelle seguenti circostanze:
·Plasmare rughe d'espressione, zampe di gallina , rughe glabellari (che originano nella fronte, precisamente nella porzione immediatamente sovrastante il naso)
·Colmare piccole lesioni cicatriziali (es. cicatrici lasciate dall'acne)
·Inturgidire labbra sottili e prive di volume
·Volumizzare zigomi cadenti (in tal caso, il filler dev'essere preparato con una concentrazione più elevata di acido ialuronico)
·Rimodellamento del profilo del volto
·Correzione di esiti cicatriziali post-traumatici/chirurgici
L'acido ialuronico però non viene usato solo per trattamenti estetici, ma anche
per il trattamento conservativo dell' artrosi
. Questa tecnica, sperimentata per la prima volta
all'inizio degli anni '70, prevede l'iniezione intra-articolare di sodio ialuronato
. Ad oggi sappiamo
quanto siano efficaci le infiltrazioni di acido ialuronico, soprattutto nel
trattamento della gonartrosi
(artrosi del ginocchio) e della coxoartrosi
(artrosi dell'anca).
L'iniezione intra-articolare di acido ialuronico è nota anche come viscosupplementazione , in riferimento alle proprietà visco-elastiche di questa molecola.
Nei pazienti affetti da artrosi è possibile osservare anche una diminuzione
delle proprietà viscoelastiche del liquido sinoviale, associata ad una
riduzione della sintesi e del peso molecolare dell'acido ialuronico
intra-articolare. Da qui, il razionale d'uso delle infiltrazioni di acido
ialuronico direttamente nell'articolazione artrosica, alle quali vengono
ascritti benefici come:
·attenuazione del dolore , miglioramento della mobilità articolare e prevenzione del degrado cartilagineo con miglioramento delle attività di vita quotidiana
·effetto antinfiammatorio, con riduzione del versamento intra-articolare
·ricostruzione dello strato amorfo superficiale della cartilagine
·aumento della densità dei condrociti (cellule della cartilagine)
·efficacia clinica per almeno 6 mesi - 1 anno dopo il ciclo di infiltrazioni
L'artrosi del ginocchio, o gonartrosi , è la più comune malattia del ginocchio in età senile. E' una malattia cronico-degenerativa, che porta ad un danno articolare crescente fino a comportare un grado significativo di disabilità. Può essere grossolanamente definita una sorta di “usura” dei capi articolari e si distingue in gonartrosi primaria e secondaria.
La gonartrosi primitiva è una condizione di cui non è nota la causa determinante. Pare che l'obesità (e quindi il maggior carico) insieme a fattori predisponenti costituzionali giochi un ruolo importante nella progressione della malattia.
Le gonartrosi secondarie possono derivare da fratture articolari del ginocchio, da malallineamenti e/o disallineamento dell'apparato estensore , nonché da instabilità ( rottura inveterata dei legamenti crociati ). Raramente si riconoscono anche cause sistemiche, quali alcune malattie dismetaboliche.
All'inizio il ginocchio è dolente, ma ben localizzato. Con il trascorrere del tempo il dolore consegue ad uno sforzo, anche minimo, come salire le scale, andare in bicicletta; nelle fasi avanzate il dolore può essere permanente ed inficiare anche il sonno fisiologico. La diagnosi di gonartrosi è prettamente radiologica. E’ sufficiente una radiografia in carico nelle due proiezioni standard (anteroposteriore e laterale)
La coxartrosi
, o artrosi dell'anca
,
è una condizione infiammatoria di tipo cronico, contraddistinta dalla
degenerazione progressiva della cartilagine
articolare costituente l'articolazione dell'anca.
Dal punto di vista patofisiologico, la coxartrosi insorge per effetto del
processo di degenerazione della cartilagine articolare che interessa l'anca e
di cui si è parlato nel capitolo precedente.
Infatti, la degenerazione della cartilagine articolare comporta un
assottigliamento dello strato cartilagineo, che ricopre le superfici ossee
degli elementi costituenti l'anca.
Dall'assottigliamento dello strato cartilagineo deriva che le superfici ossee sfregano tra di loro, producendosi in un fenomeno del tutto anomalo, che causa infiammazione.
La coxartrosi può essere di tipo idiopatico
e secondario
.
È idiopatica, quando insorge per cause sconosciute o non riconoscibili; è
secondaria, quando compare a seguito di altre affezioni dell'anca, come per
esempio traumi, fratture, infezioni articolari, infezioni ossee, episodi di osteonecrosi e malattie congenite dell'anca (es: displasia congenita dell'anca).
I più importanti fattori di rischio della coxartrosi sono: l'età avanzata, il sesso femminile,
una storia passata di infortuni articolari all'anca, la sedentarietà, l'obesità/sovrappeso, il diabete e la presenza di particolari forme di artrite, quali l'artrite reumatoide o la gotta.
La coxartrosi è generalmente suddivisibile in tre stadi sintomatologici:
·
Primo
stadio
.
È lo stadio iniziale e meno grave.
In questa fase, i pazienti soffrono di dolori periodici a livello di dove
risiede l'anca infiammata, scatenati, il più delle volte, da un'attività fisica
di moderata/elevata intensità.
La coxartrosi al primo stadio è una condizione alquanto subdola, inducendo chi
è portatore del problema a trascurare la sintomatologia a causa dal carattere
periodico della sintomatologia dolorosa.
·
Secondo
stadio
.
È lo stadio intermedio della
coxartrosi. In questa fase, il dolore è più intenso, rispetto al primo stadio;
riguarda una zona anatomica più ampia, interessando anche l'area inguinale e la
parte anteriore della coscia; può
comportare un senso di pressione o bruciore. In ultima istanza, può comparire
non solo in occasione di un movimento o un'attività fisica di una certa
intensità, ma anche a riposo.
L'intensità del dolore, che caratterizza il secondo stadio, è tale per cui i
pazienti hanno difficoltà a compiere determinati movimenti con l'arto
sofferente: la sensazione dolorosa in atto, quindi, pregiudica la mobilità articolare dell'anca infiammata.
Infatti, in presenza di una coxartrosi al primo stadio o comunque caratterizzata da una sintomatologia molto lieve, si opta generalmente per una terapia di tipo conservativo (o non chirurgico); al contrario, in presenza di una coxartrosi a uno stadio avanzato o comunque contraddistinta da una sensazione dolorosa cronica e severa, scelgono di norma per una terapia di tipo chirurgico.









