Cambio di stagione: di cosa si tratta?

Vi sentite stanchi e spossati? Avete problemi di concentrazione?
Mal di testa e mal di schiena rovinano le vostre giornate? La causa potrebbe
essere molto più banale di quanto pensiate.
Con il cambio di stagione
, è normale
avvertire una sensazione di sonnolenza
e stanchezza diffusa
.
Clinicamente, tale condizione si definisce con il termine di astenia
(dal greco “stenos” ovvero
“mancanza di forze”) e colpisce in media due persone su dieci. Il periodo più a
rischio di questo stato di affaticamento generalizzato è proprio l’inizio della
primavera, periodo in cui si ha un cambio importante di stagione determinato
dal sensibile allungamento delle ore di luce.
Il cambio di stagione è un
momento molto delicato per l’organismo umano ed una fase di passaggio critica
sia per il sistema immunitario che per il cervello. Un calo delle energie
psico-fisiche ed un aumento dello stress sono abbastanza diffusi nella
popolazione quando si passa dall’Inverno alla Primavera. Quando questo accade
significa che il corpo e la mente hanno bisogno di riposo e di “coccole”. E'
chiaro che un soggetto già debilitato e/o depresso è più esposto al rischio di
chi, invece, ha uno stile di vita abbastanza regolare e risente in maniera meno
importante di tali cambiamenti. Proprio per questi motivi, la prima regola per
combattere l’astenia è quella di seguire abitudini di vita corrette, dieta sana
e movimento.
Effettivamente non è immediato,
ma spesso ci si sente stanchi non perché si sono bruciate troppe energie, ma
perché a causo dello scarso movimento il nostro corpo ed i nostri muscoli,
perdendo l’allentamento, diventano “pigri”, svuotati di energia. L’esercizio
fisico – oltre ad assicurare il miglioramento del sistema energetico della
muscolatura – è un toccasana anche per lo stress (sotto sforzo infatti si
producono le famose endorfine) e per il cervello (migliora infatti
l’irrorazione sanguigna e ciò ci rende più attenti e lucidi in tutto ciò che si
fa). Alcuni studi hanno dato una
spiegazione scientifica a questo fenomeno, chiamato Disturbo
Affettivo Stagionale (Seasonal Affective Disorder - SAD) o Disordine Affettivo
Stagionale e definendolo come un'alterazione psicofisica che porta a vari
cambiamenti dell'umore i quali, colpendo soprattutto ad ogni inizio autunno –
in percentuale minore all'inizio della primavera – paiono seguire un andamento
ciclico e sistematico. Venne formalmente nominato e descritto per la prima
volta nel 1984. Si tratta, per la precisione, di un sottoinsieme di disturbi dell'umore
nel
quale le persone sane, ovvero in piena salute mentale, durante la maggior parte
dell'anno presentano sintomi depressivi
che
si ripropongono sistematicamente nello stesso periodo e più comunemente in
inverno.
I
sintomi
più
comuni sono: sonnolenza
ed
eccessivo bisogno di dormire, spossatezza
ed astenia
, eccessivo appetito
con
particolare riferimento al bisogno di carboidrati
.
Nel periodo estivo si può manifestare con accentuata ansietà.
Il Disturbo Affettivo Stagionale colpisce soprattutto i paesi nordici, con
eccezione dell'Islanda. Uno studio ha suggerito che la propensione al SAD
potrebbe differire a causa di alcuni fattori genetici all'interno della
popolazione islandese; canadesi di discendenza esclusivamente islandese
mostrano bassi livelli di incidenza. Altri sostengono che tra i fattori
protettivi potrebbe esserci l'elevato consumo di pesce
nella
dieta – in Islanda, 90 kg per persona all'anno – ricco di vitamina D
(calciferolo)
e di omega 3
biologicamente
attivi quali acido eicosapentaenoico
(EPA)
e docosaesaenoico
( DHA
).
Un'anomalia analoga si osserva in Giappone – dove il consumo annuo di pesce
negli ultimi anni è in media di circa 60 kg pro capite.
Sono più soggette al SAD le donne rispetto agli uomini e gli anziani rispetto ai giovani. La categoria più a rischio è certamente quella di chi soffre di alterazioni – neurologiche o psicologiche – del tono dell'umore, del ciclo sonno -veglia e non solo.
Quindi, il cambio di stagione è un momento critico soprattutto per chi già soffre di sintomi depressivi e ansiosi o correlati, poiché i vari cambiamenti a cui è sottoposto l'organismo acutizzano i disturbi preesistenti, fungendo da "stressors" o amplificatori di altri agenti stressanti. Non di meno, le persone che hanno uno stile di vita particolarmente trascurato, disordinato, stressante e irregolare potrebbero risentirne maggiormente.
I sintomi invernali del disturbo affettivo stagionale includono più
frequentemente: sonno eccessivo o difficoltà a svegliarsi al mattino, nausea
e
tendenza a mangiare eccessivamente – spesso con un desiderio maggiore di
carboidrati – il quale porta facilmente ad un aumento
del peso
.
Non sono rari la letargia primaverile o altri modelli di alterazione stagionale dell'umore. Sebbene ogni singolo caso possa sembrare molto diverso dagli altri, diversamente al SAD invernale, le persone che soffrono di depressione primaverile ed estiva hanno maggior possibilità di sviluppare sintomi come insonnia , diminuzione dell'appetito e perdita di peso , agitazione o ansietà.
Studi hanno messo in evidenza che in molte specie animali, l'attività diminuisce durante i mesi invernali in risposta alla riduzione della disponibilità di cibo e della luce solare (soprattutto per gli animali diurni), e alla difficoltà di sopravvivere al freddo. Il letargo è un esempio estremo, ma anche le specie che non entrano in questo stato presentano spesso cambiamenti del comportamento durante la stagione fredda. Presumibilmente, durante la maggior parte della preistoria umana, in inverno la disponibilità di cibo era molto bassa e questa tendenza a ridurre il tono dell'umore potrebbe economizzare il dispendio calorico . La prevalenza femminile del Disturbo Affettivo Stagionale suggerisce che potrebbe avere anche un ruolo regolatore della funzione riproduttiva.
Per giustificare l'insorgenza del SAD sono state proposte varie teorie.
·Una è che sia correlato ad una mancanza di serotonina e che i relativi polimorfismi possano svolgere un ruolo determinante nell' eziologia del disturbo. I topi incapaci di trasformare la serotonina in N-acetilserotonina – per mezzo della serotonina N-acetiltransferasi – sembrano esprimere un comportamento "simile alla depressione" e gli antidepressivi come la fluoxetina aumentano la quantità dell'enzima serotonina N-acetiltransferasi, determinando un effetto simile alla terapia antidepressiva usata per gli umani. D'altro canto, alcune condizioni che inibiscono patologicamente il sonno, si basano sull'aumento del trasportatore della serotonina (SERT), che ne riduce il passaggio attraverso le sinapsi e impedendone la funzione biologica.
Un'altra teoria è che sia correlato ad un'alterazione della melatonina . Questa, prodotta dalla ghiandola pineale anche in risposta alla captazione della retina oculare di luce solare – connessione del tratto retinoipotalamico al nucleo soprachiasmatico – è influenzata (diminuita) dall'esposizione alla luce solare. La secrezione di melatonina è fondamentalmente controllata dall'orologio circadiano endogeno , ma può anche essere modificata dall'esposizione luminosa. Troppa melatonina determina una condizione di sonnolenza, apatia e debolezza.
Giocano
un ruolo importantissimo anche la soggettività e "come" avviene il
cambio di stagione (in maniera progressiva, brusca, la piovosità ecc). Potrà
sembrare strano ma, in realtà, non c'è da meravigliarsi. Dopotutto, queste
variazioni coinvolgono anche meccanismi "teoricamente" indipendenti
dall'equilibrio psicologico e dalla secrezione
ormonale
. Basti pensare al diminuito funzionamento del sistema immunitario
e
alla maggior possibilità di contrarre patologie infettive (influenzali o
parainfluenzali), candidosi
o candidiasi
,
herpes labiale
,
psoriasi
, aumento di certe
patologie croniche infiammatorie dell' intestino
, ecc.
Queste circostanze temporanee possono rendere l'inizio della primavera più
difficile da superare al meglio della forma.
Secondo alcuni studi, il Disturbo Affettivo Stagionale non è da considerare una
patologia a sé stante, ma è definito come "course specifier" e viene
utilizzato come fattore aggiuntivo degli episodi di depressione nei pazienti
con disturbo depressivo maggiore o pazienti con disturbo bipolare
diagnosticati.
La diagnosi di "Seasonal Pattern Specifier" deve soddisfare quattro criteri:
•Gli episodi depressivi si devono verificare in un particolare periodo dell'anno
•Manifestazione di remissione o mania / ipomania in un momento caratteristico dell'anno
•Gli episodi devono essersi ripetuti per almeno due anni in assenza di depressione maggiore non stagionale nello stesso periodo
•Gli episodi stagionali devono superare gli altri eventi depressivi durante tutta la vita del paziente.
Come anticipato, si ritiene che le variazioni stagionali dell'umore siano legate all'esposizione solare. A favore di questa tesi sta l'efficacia della terapia a luce intensa, che simulerebbe i raggi solari. Non a caso il Disturbo Affettivo Stagionale è maggiormente presente alle latitudini della regione artica, come la Finlandia settentrionale (64 ° 00 'N), dove il tasso di SAD è del 9,5 %. La copertura nuvolosa può contribuire ad enfatizzare gli effetti negativi del disturbo. Esistono prove che molti pazienti con SAD soffrano di un ritardo nel ritmo circadiano e che un trattamento con luce intensa possa correggerlo migliorando la situazione.
I sintomi del Disturbo Affettivo Stagionale sono simili a quelli della distimia e del disturbo depressivo maggiore. A volte, i pazienti possono non sentirsi depressi, ma piuttosto mancano di energia per svolgere le attività quotidiane.
Il Disturbo Affettivo Stagionale Subsindromico (SSAD) è una forma più lieve di SAD che ha un'incidenza del 14,3 % (vs 6,1% del SAD) nella popolazione statunitense.
La sintomatologia del SAD e del SSAD può essere attenuata o estinta grazie alla pratica di esercizio fisico motorio e dall'aumento delle attività all'aria aperta, in particolare nei giorni di sole – conseguente aumento dell'esposizione solare. I collegamenti tra umore umano e stagione sono ben documentati, anche negli individui sani. I trattamenti per il disturbo affettivo stagionale classico invernale comprendono:
•Terapia luminosa o fototerapia
• Terapia farmacologica
• Somministrazione di aria ionizzata
• Terapia cognitivo-comportamentale
•Completamento temporizzato dell' ormone melatonina.
Soffermiamoci sulla FOTOTERAPIA PER IL DISTURBO AFFETTIVO STAGIONALE.
Le alterazioni correlate al fotoperiodo della durata della secrezione di melatonina possono influenzare i cicli dell'umore stagionale del SAD. Ciò suggerisce che la terapia della luce può essere un trattamento efficace. La terapia della luce sfrutta una "lightbox" che emette molti più lumen rispetto a una normale lampada a incandescenza. Vengono utilizzati un "full spectrum" a luce bianca di 10.000 lux, blu a una lunghezza d'onda di 480 nm di 2.500 lux o verde (effettivamente ciano o blu-verde) a una lunghezza d'onda di 500 nm di 350 lux.
La fototerapia si pratica a una distanza di 30-60 cm dalla lightbox, con gli occhi aperti ma senza fissare direttamente la fonte di luce, per 30-60 minuti. Uno studio pubblicato nel maggio 2010 suggerisce che la luce verde o bianca è più efficacie di quella blu, spesso usata per il trattamento del SAD. Uno studio ha dimostrato che fino al 69% dei pazienti ritiene che il trattamento con la lightbox sia "sgradevole" e per questo il 19% ne interrompe l'uso; azzeccare la luce giusta è quindi di
Un'altra tecnica molto efficacie è la "simulazione d'alba"; in alcuni studi è emersa una risposta migliore dell' 83% rispetto ad altre terapie luminose. Se confrontata con la ionizzazione negativa dell'aria, la luce intensa è risultata del 57% più efficace mentre la simulazione d'alba del 50%. I pazienti che usano la fototerapia tendono a migliorare già dalla prima settimana, ma i risultati diventano importanti solo dopo diverse settimane. La maggior parte degli studi l'ha trovata efficace come trattamento stagionale, per una durata di diverse settimane, ovvero fino a quando è possibile un'esposizione normale e frequente alla luce solare.
La fototerapia può anche consistere nell'esposizione naturale alla luce del sole , trascorrendo più tempo all'esterno o utilizzando un eliostato controllato da un computer per riflettere la luce del sole nelle finestre di casa o dell'ufficio. Sebbene la fototerapia sia il trattamento elitario per il SAD, per ridurre il rischio di cancro alla pelle , bisognerebbe evitare un'esposizione eccessivamente prolungata sia di tipo solare, sia alle luci artificiali che non schermano dai r aggi ultravioletti .
Per quanto concerne la TERAPIA FARMACOLOGICA, nel trattamento del SAD si sono dimostrati efficaci soprattutto gli antidepressivi SSRI ( inibitori selettivi del reuptake della serotonina ). Tra questi: fluoxetina , sertralina e paroxetina . Ovviamente si trattano farmacologicamente solo ed esclusivamente quelle persone che, in seguito alla SAD, hanno una pessima qualità della vita, per cui la valutazione rischio/beneficio è a favore del beneficio indotto dal farmaco. Tali pazienti vengono monitorati e supportati dagli specialisti, che sospenderanno e/o ridurranno la terapia qualora essi non ne abbiano più bisogno.
In
Italia, fortunatamente, i sintomi più comuni sono associati al cambio di
stagione sono stanchezza/pigrizia e cattiva qualità del sonno. Anche a tavola
possiamo trovare benefici: la dieta dunque deve prevede
l’assunzione di elementi che sappiano contrastare queste problematiche. Via
libera dunque a vitamina del gruppo B, ferro, zinco, potassio e magnesio.
Il latte è utile per combattere insonnia e nervosismo,
caratteristica insita in tutti i latticini. La frutta secca invece è ricca di
magnesio, ideale per contrastare la stanchezza fisica e mentale. L'uva è un
toccasana per l'umore, ricca di vitamina D, vitamina E, zinco e Omega 3. La
pasta è ricca di triptofano, in grado di generare serotonina, l'ormone che
regola l'umore.
Poi le banane, che grazie alle ingenti dosi di potassio,
magnesio e cromo regolano la serotonina. Altri Omega 3 si ritrovano nel salmone
e nel tonno e sono molto utili per combattere la depressione. Dunque la carne:
quella di pollo è ricca di proteine, con pochi grassi e grazie alla vitamina B6
contrasta malumore e stanchezza. La bresaola ha proteine, vitamine del gruppo B
e sali minerali ed è povera di grassi (2 g per 100 g di prodotto) ed è una
buona fonte di triptofano. Il cioccolato, oltre che buono, è anche utile come
antidepressivo e aiuta a ridurre lo stress.
L'avena contiene zinco utile a contrastare la fatica e la
perdita di energia. Il miele ha proprietà antibatteriche e cicatrizzanti e
favorisce la calma. Le lenticchie, infine, sono versatili e nutrienti, con
ferro, potassio e fosforo.









