INTOSSICAZIONE DA DISINFETTANTI
Attenzione a : disinfettanti, igienizzanti e detergenti

Da quando siamo stati coinvolti dal Covid 19, le raccomandazioni principali sono state quelle di preoccuparsi in modo adeguato dell’igiene personale, in particolar modo delle mani e della casa.
Ecco che è partita la corsa ai disinfettanti, igienizzanti e detergenti di ogni genere e forma: liquido, gel, mousse, etc…; nel giro di poco tempo i negozi sono stati svuotati di questi prodotti e così molti si sono avventurati in soluzioni casalinghe a volte anche nocive. Tuttavia è molto importante prestare attenzione all’uso improprio, alla corretta gestione e all’abuso di questi articoli che possono causare conseguenze anche molto gravi.
È infatti da rilevare che in questo periodo sono aumentate le chiamate ai centri antiveleni, ed i casi di intossicazione, soprattutto nei bambini, fino ad arrivare ad un incremento del 135% nella fascia d’età 0-5 anni: è doveroso quindi un uso razionale e ponderato di tali prodotti, soprattutto in quelle famiglie in cui vi sono bimbi che vivono in casa 24 h su 24.
Per far più chiarezza sul tema sono stati interrogati gli esperti del settore e tutti loro, sia a livello mondiale che nazionale, hanno confermato questa tendenza ed hanno fornito alcune indicazioni precauzionali da seguire. Innanzitutto sono stati individuati gli errori principali che hanno portato ad un aumento dei casi di intossicazione: una errata gestione delle sostanze disinfettanti, la combinazione dei prodotti e l’uso di contenitori anonimi in cui riporre le soluzioni autoprodotte. In particolar modo nel momento in cui si lasciano prodotti alla portata di tutti è molto frequente che i bimbi piccoli li adoperino e se li spruzzino addosso, sugli occhi o a volte li ingeriscano, determinando conseguenze a volte letali. Quindi, per una corretta gestione dei prodotti, si intende sia un loro uso ponderato, sia il riporli in posti non alla portata dei bambini, sia maneggiarli seguendo le indicazioni fornite sull’etichetta: se è specificato l’utilizzo di guanti occorrerà indossarli per evitare ustioni.
Sono inoltre da evitare le combinazioni tra le diverse sostanze perché potrebbero generare una reazione chimica in grado di rilasciare gas tossici lesivi per le vie respiratorie con la sola inalazione. Infine ultima indicazione precauzionale è di non versare mai un prodotto in un contenitore privo di etichetta: si pensi all’ammonica riposta in una bottiglia d’acqua vuota, che in un momento di distrazione o in caso non si sappia, potrebbe essere ingerita.
Tuttavia, laddove non vengono prese le dovute precauzioni, bisogna ricorrere ai ripari. Il primo consiglio che viene fornito è quello di non precipitarsi immediatamente al pronto soccorso, ma di chiamare il centro antiveleni in modo da individuare prontamente la cosa migliore da fare. Sono frequenti i casi in cui, soprattutto se coinvolti i bambini, si entri nel panico e non si riesca a gestire la situazione con razionalità, ma in questi momenti solo gli esperti sono in grado di fornire le indicazioni esatte da seguire, a volte risolutive restando semplicemente a casa; sempre i medici sono tenuti ad indicare se recarsi al pronto soccorso o far recapitare un pronto intervento.
Altra indicazione che ci viene dagli esperti è quella di evitare di risolvere il problema inducendo il vomito. Questa pratica è doppiamente nociva poiché le sostanze tossiche ingerite e che hanno irritato mucose, esofago e bocca al primo passaggio, provocherebbero nuovi danni durante la risalita. Inoltre ci sono delle sostanze che con il vomito sviluppano una schiuma che può causare soffocamento.
È poi da escludere totalmente la pratica di bere bevande allo scopo di neutralizzare gli effetti dei veleni: sono notizie false che non trovano alcun fondamento scientifico. No quindi a: latte, bicarbonato e limone, sostanze basiche per contrastare gli effetti di quelle acide. Tutto questo renderebbe più difficoltoso l’intervento dei medici e quindi determinerebbe un peggioramento degli effetti.
Infine, ultimo suggerimento è quello di non buttare la sostanza che ha determinato l’intossicazione: molte volte si tende involontariamente a gettarla subito (come per prevenire un futuro avvelenamento o per “risolvere” il problema), ma sarebbe invece opportuno conservarla per fornirla agli esperti che, conoscendo la composizione chimica del prodotto, sarebbero in grado di fornire cure immediate e più precise.









